Perché ho rifatto il mio sito da zero (e cosa ho tenuto d’occhio stavolta)
Non è stata una decisione facile. Rifare il sito da zero significa tempo, soldi, stress, e mettere in pausa tante altre cose. Ma a un certo punto ho capito che continuare a rattoppare non serviva più: il mio e-commerce non funzionava come doveva, e il problema non erano solo i prodotti o le campagne. Il problema era la struttura stessa del sito.
Semplicemente, non era pensato per vendere. Era bello da vedere, sì. Ma lento, confuso, poco mobile-friendly e non parlava davvero al mio pubblico. E così ho preso una decisione drastica: ripartire da capo. Con le idee più chiare, e con una lista precisa di cose da non sbagliare (di nuovo).
1. Velocità prima di tutto
Il vecchio sito era lento, soprattutto da mobile. E nel commercio online, ogni secondo di attesa equivale a clienti che se ne vanno. Stavolta ho scelto un tema leggero, ottimizzato, e mi sono affidato a uno sviluppatore esperto per fare le cose per bene, già dalla base.
2. Mobile-first, non mobile-dopo
Nel sito vecchio, il mobile era un adattamento del desktop. Stavolta ho fatto l’opposto: il design è stato pensato prima per lo smartphone, poi adattato al desktop. Perché ormai è da lì che arrivano la maggior parte delle visite.
3. User experience semplice e intuitiva
Nel sito precedente c’erano troppe distrazioni: troppi pulsanti, troppi step nel checkout, troppe informazioni superflue. Ora ho semplificato: meno clic per arrivare all’acquisto, menu più chiaro, immagini grandi, recensioni visibili, e CTA ben definite.
4. SEO già in fase di sviluppo
La prima volta, ho pensato alla SEO solo a sito finito. Un errore classico. Stavolta l’ho integrata fin da subito, nella struttura, nelle URL, nei testi. E sì, i risultati si sono visti anche nelle ricerche organiche.
5. Branding coerente
Il vecchio sito aveva un’identità visiva confusa. Adesso ogni dettaglio – font, colori, tono di voce – è coordinato. Chi entra capisce subito chi siamo, cosa facciamo, e soprattutto perché dovrebbe fidarsi di noi.
Cosa ho imparato
Rifare un sito può sembrare una sconfitta. In realtà, è un’opportunità per fare meglio, con più consapevolezza. Il mio consiglio? Se senti che il tuo sito è diventato un freno più che uno strumento, non aver paura di ripartire. Ma stavolta… con un piano chiaro e le metriche giuste sotto controllo.
#ecommerce #userexperience #rifattosito #uxdesign #mobilefirst #conversionrate #venditeonline #digitalstrategy #imprenditoriitaliani #impresabiz
Non è stata una decisione facile. Rifare il sito da zero significa tempo, soldi, stress, e mettere in pausa tante altre cose. Ma a un certo punto ho capito che continuare a rattoppare non serviva più: il mio e-commerce non funzionava come doveva, e il problema non erano solo i prodotti o le campagne. Il problema era la struttura stessa del sito.
Semplicemente, non era pensato per vendere. Era bello da vedere, sì. Ma lento, confuso, poco mobile-friendly e non parlava davvero al mio pubblico. E così ho preso una decisione drastica: ripartire da capo. Con le idee più chiare, e con una lista precisa di cose da non sbagliare (di nuovo).
1. Velocità prima di tutto
Il vecchio sito era lento, soprattutto da mobile. E nel commercio online, ogni secondo di attesa equivale a clienti che se ne vanno. Stavolta ho scelto un tema leggero, ottimizzato, e mi sono affidato a uno sviluppatore esperto per fare le cose per bene, già dalla base.
2. Mobile-first, non mobile-dopo
Nel sito vecchio, il mobile era un adattamento del desktop. Stavolta ho fatto l’opposto: il design è stato pensato prima per lo smartphone, poi adattato al desktop. Perché ormai è da lì che arrivano la maggior parte delle visite.
3. User experience semplice e intuitiva
Nel sito precedente c’erano troppe distrazioni: troppi pulsanti, troppi step nel checkout, troppe informazioni superflue. Ora ho semplificato: meno clic per arrivare all’acquisto, menu più chiaro, immagini grandi, recensioni visibili, e CTA ben definite.
4. SEO già in fase di sviluppo
La prima volta, ho pensato alla SEO solo a sito finito. Un errore classico. Stavolta l’ho integrata fin da subito, nella struttura, nelle URL, nei testi. E sì, i risultati si sono visti anche nelle ricerche organiche.
5. Branding coerente
Il vecchio sito aveva un’identità visiva confusa. Adesso ogni dettaglio – font, colori, tono di voce – è coordinato. Chi entra capisce subito chi siamo, cosa facciamo, e soprattutto perché dovrebbe fidarsi di noi.
Cosa ho imparato
Rifare un sito può sembrare una sconfitta. In realtà, è un’opportunità per fare meglio, con più consapevolezza. Il mio consiglio? Se senti che il tuo sito è diventato un freno più che uno strumento, non aver paura di ripartire. Ma stavolta… con un piano chiaro e le metriche giuste sotto controllo.
#ecommerce #userexperience #rifattosito #uxdesign #mobilefirst #conversionrate #venditeonline #digitalstrategy #imprenditoriitaliani #impresabiz
Perché ho rifatto il mio sito da zero (e cosa ho tenuto d’occhio stavolta)
Non è stata una decisione facile. Rifare il sito da zero significa tempo, soldi, stress, e mettere in pausa tante altre cose. Ma a un certo punto ho capito che continuare a rattoppare non serviva più: il mio e-commerce non funzionava come doveva, e il problema non erano solo i prodotti o le campagne. Il problema era la struttura stessa del sito.
Semplicemente, non era pensato per vendere. Era bello da vedere, sì. Ma lento, confuso, poco mobile-friendly e non parlava davvero al mio pubblico. E così ho preso una decisione drastica: ripartire da capo. Con le idee più chiare, e con una lista precisa di cose da non sbagliare (di nuovo).
1. Velocità prima di tutto
Il vecchio sito era lento, soprattutto da mobile. E nel commercio online, ogni secondo di attesa equivale a clienti che se ne vanno. Stavolta ho scelto un tema leggero, ottimizzato, e mi sono affidato a uno sviluppatore esperto per fare le cose per bene, già dalla base.
2. Mobile-first, non mobile-dopo
Nel sito vecchio, il mobile era un adattamento del desktop. Stavolta ho fatto l’opposto: il design è stato pensato prima per lo smartphone, poi adattato al desktop. Perché ormai è da lì che arrivano la maggior parte delle visite.
3. User experience semplice e intuitiva
Nel sito precedente c’erano troppe distrazioni: troppi pulsanti, troppi step nel checkout, troppe informazioni superflue. Ora ho semplificato: meno clic per arrivare all’acquisto, menu più chiaro, immagini grandi, recensioni visibili, e CTA ben definite.
4. SEO già in fase di sviluppo
La prima volta, ho pensato alla SEO solo a sito finito. Un errore classico. Stavolta l’ho integrata fin da subito, nella struttura, nelle URL, nei testi. E sì, i risultati si sono visti anche nelle ricerche organiche.
5. Branding coerente
Il vecchio sito aveva un’identità visiva confusa. Adesso ogni dettaglio – font, colori, tono di voce – è coordinato. Chi entra capisce subito chi siamo, cosa facciamo, e soprattutto perché dovrebbe fidarsi di noi.
Cosa ho imparato
Rifare un sito può sembrare una sconfitta. In realtà, è un’opportunità per fare meglio, con più consapevolezza. Il mio consiglio? Se senti che il tuo sito è diventato un freno più che uno strumento, non aver paura di ripartire. Ma stavolta… con un piano chiaro e le metriche giuste sotto controllo.
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