SEO e internazionalizzazione: come farti trovare dai clienti esteri
Noi di Impresa.biz lo diciamo spesso: internazionalizzare non significa solo vendere all’estero, ma farsi trovare all’estero.
Viviamo in un’epoca in cui il primo contatto tra cliente e azienda avviene online. E spesso… inizia con una ricerca su Google.
Per questo, se vogliamo davvero avere successo nei mercati esteri, la SEO internazionale deve far parte del nostro piano di internazionalizzazione. Non è solo una questione tecnica: è una scelta strategica che può determinare la visibilità – o l’invisibilità – della nostra offerta nei mercati target.
Perché la SEO è cruciale per l’internazionalizzazione
Immaginiamo questo scenario: abbiamo un ottimo prodotto, una traduzione del sito in inglese e magari qualche contatto all’estero. Ma... nessuno ci cerca, nessuno ci trova. Perché?
Perché non basta tradurre. Serve posizionarsi nei motori di ricerca locali in base al modo in cui i clienti cercano davvero il nostro prodotto o servizio.
SEO internazionale ≠ SEO tradotta
Molte aziende italiane si limitano a tradurre il sito web in inglese e pensano che basti. Ma fare SEO a livello internazionale richiede molto di più. Serve:
-Una ricerca keyword localizzata, per ogni mercato target
-L’ottimizzazione tecnica del sito per lingue e Paesi diversi
-L’uso di contenuti e link rilevanti per il contesto locale
-L’integrazione con strategie di digital PR e social locali
In altre parole, la SEO internazionale è un lavoro di localizzazione, non di traduzione.
Come iniziare: i 5 pilastri della SEO internazionale
Ecco come strutturiamo noi un primo approccio SEO per le imprese che vogliono farsi trovare anche oltre confine:
1. Ricerca keyword internazionale
Analizziamo come gli utenti cercano il prodotto nel Paese target. Un "piumino da letto" in UK è un “duvet”, mentre in USA è un “comforter”. Capirlo fa tutta la differenza.
2. Struttura multilingua SEO-friendly
Meglio sottodomini (es: fr.nomeazienda.it), sottocartelle (nomeazienda.it/fr) o ccTLD (nomeazienda.fr)? La scelta dipende da obiettivi e budget.
3. Tag hreflang e geolocalizzazione
I tag hreflang segnalano a Google quale versione del sito mostrare all’utente in base a lingua e provenienza. Senza, il traffico rischia di essere mal indirizzato.
4. Contenuti ottimizzati per il pubblico locale
Non basta tradurre l’articolo del blog: serve adattarlo al contesto culturale, normativo e linguistico del Paese target.
5. Link building internazionale
Collaborare con blog, portali, media locali per ottenere backlink autorevoli nel Paese d’interesse aumenta autorità e visibilità organica.
Consiglio bonus: non dimentichiamoci della UX
Un sito bello ma lento, o difficile da navigare da mobile, non funziona nemmeno in Italia. Figurarsi all’estero. SEO e user experience devono andare a braccetto, soprattutto quando si gioca su più lingue e mercati.
Cosa possiamo fare oggi, subito
Se vogliamo iniziare a prepararci per il mercato estero anche online, noi di Impresa.biz suggeriamo 3 azioni immediate:
-Verificare se il nostro sito è tradotto correttamente e geolocalizzato
-Fare un’analisi SEO sui competitor internazionali
-Rivedere la nostra presenza digitale in ottica multilingua e multi-paese
Anche una piccola azienda può posizionarsi bene se parte con il piede giusto.
#DigitalExport #SEOPerPMI #ImpresaGlobale #SEOInternazionale #DigitalExport #VisibilitàOnline #UXDesign #MobileFirst #InternationalUsers
Noi di Impresa.biz lo diciamo spesso: internazionalizzare non significa solo vendere all’estero, ma farsi trovare all’estero.
Viviamo in un’epoca in cui il primo contatto tra cliente e azienda avviene online. E spesso… inizia con una ricerca su Google.
Per questo, se vogliamo davvero avere successo nei mercati esteri, la SEO internazionale deve far parte del nostro piano di internazionalizzazione. Non è solo una questione tecnica: è una scelta strategica che può determinare la visibilità – o l’invisibilità – della nostra offerta nei mercati target.
Perché la SEO è cruciale per l’internazionalizzazione
Immaginiamo questo scenario: abbiamo un ottimo prodotto, una traduzione del sito in inglese e magari qualche contatto all’estero. Ma... nessuno ci cerca, nessuno ci trova. Perché?
Perché non basta tradurre. Serve posizionarsi nei motori di ricerca locali in base al modo in cui i clienti cercano davvero il nostro prodotto o servizio.
SEO internazionale ≠ SEO tradotta
Molte aziende italiane si limitano a tradurre il sito web in inglese e pensano che basti. Ma fare SEO a livello internazionale richiede molto di più. Serve:
-Una ricerca keyword localizzata, per ogni mercato target
-L’ottimizzazione tecnica del sito per lingue e Paesi diversi
-L’uso di contenuti e link rilevanti per il contesto locale
-L’integrazione con strategie di digital PR e social locali
In altre parole, la SEO internazionale è un lavoro di localizzazione, non di traduzione.
Come iniziare: i 5 pilastri della SEO internazionale
Ecco come strutturiamo noi un primo approccio SEO per le imprese che vogliono farsi trovare anche oltre confine:
1. Ricerca keyword internazionale
Analizziamo come gli utenti cercano il prodotto nel Paese target. Un "piumino da letto" in UK è un “duvet”, mentre in USA è un “comforter”. Capirlo fa tutta la differenza.
2. Struttura multilingua SEO-friendly
Meglio sottodomini (es: fr.nomeazienda.it), sottocartelle (nomeazienda.it/fr) o ccTLD (nomeazienda.fr)? La scelta dipende da obiettivi e budget.
3. Tag hreflang e geolocalizzazione
I tag hreflang segnalano a Google quale versione del sito mostrare all’utente in base a lingua e provenienza. Senza, il traffico rischia di essere mal indirizzato.
4. Contenuti ottimizzati per il pubblico locale
Non basta tradurre l’articolo del blog: serve adattarlo al contesto culturale, normativo e linguistico del Paese target.
5. Link building internazionale
Collaborare con blog, portali, media locali per ottenere backlink autorevoli nel Paese d’interesse aumenta autorità e visibilità organica.
Consiglio bonus: non dimentichiamoci della UX
Un sito bello ma lento, o difficile da navigare da mobile, non funziona nemmeno in Italia. Figurarsi all’estero. SEO e user experience devono andare a braccetto, soprattutto quando si gioca su più lingue e mercati.
Cosa possiamo fare oggi, subito
Se vogliamo iniziare a prepararci per il mercato estero anche online, noi di Impresa.biz suggeriamo 3 azioni immediate:
-Verificare se il nostro sito è tradotto correttamente e geolocalizzato
-Fare un’analisi SEO sui competitor internazionali
-Rivedere la nostra presenza digitale in ottica multilingua e multi-paese
Anche una piccola azienda può posizionarsi bene se parte con il piede giusto.
#DigitalExport #SEOPerPMI #ImpresaGlobale #SEOInternazionale #DigitalExport #VisibilitàOnline #UXDesign #MobileFirst #InternationalUsers
SEO e internazionalizzazione: come farti trovare dai clienti esteri
Noi di Impresa.biz lo diciamo spesso: internazionalizzare non significa solo vendere all’estero, ma farsi trovare all’estero.
Viviamo in un’epoca in cui il primo contatto tra cliente e azienda avviene online. E spesso… inizia con una ricerca su Google.
Per questo, se vogliamo davvero avere successo nei mercati esteri, la SEO internazionale deve far parte del nostro piano di internazionalizzazione. Non è solo una questione tecnica: è una scelta strategica che può determinare la visibilità – o l’invisibilità – della nostra offerta nei mercati target.
🔎 Perché la SEO è cruciale per l’internazionalizzazione
Immaginiamo questo scenario: abbiamo un ottimo prodotto, una traduzione del sito in inglese e magari qualche contatto all’estero. Ma... nessuno ci cerca, nessuno ci trova. Perché?
Perché non basta tradurre. Serve posizionarsi nei motori di ricerca locali in base al modo in cui i clienti cercano davvero il nostro prodotto o servizio.
🌍 SEO internazionale ≠ SEO tradotta
Molte aziende italiane si limitano a tradurre il sito web in inglese e pensano che basti. Ma fare SEO a livello internazionale richiede molto di più. Serve:
-Una ricerca keyword localizzata, per ogni mercato target
-L’ottimizzazione tecnica del sito per lingue e Paesi diversi
-L’uso di contenuti e link rilevanti per il contesto locale
-L’integrazione con strategie di digital PR e social locali
In altre parole, la SEO internazionale è un lavoro di localizzazione, non di traduzione.
🛠️ Come iniziare: i 5 pilastri della SEO internazionale
Ecco come strutturiamo noi un primo approccio SEO per le imprese che vogliono farsi trovare anche oltre confine:
1. Ricerca keyword internazionale
Analizziamo come gli utenti cercano il prodotto nel Paese target. Un "piumino da letto" in UK è un “duvet”, mentre in USA è un “comforter”. Capirlo fa tutta la differenza.
2. Struttura multilingua SEO-friendly
Meglio sottodomini (es: fr.nomeazienda.it), sottocartelle (nomeazienda.it/fr) o ccTLD (nomeazienda.fr)? La scelta dipende da obiettivi e budget.
3. Tag hreflang e geolocalizzazione
I tag hreflang segnalano a Google quale versione del sito mostrare all’utente in base a lingua e provenienza. Senza, il traffico rischia di essere mal indirizzato.
4. Contenuti ottimizzati per il pubblico locale
Non basta tradurre l’articolo del blog: serve adattarlo al contesto culturale, normativo e linguistico del Paese target.
5. Link building internazionale
Collaborare con blog, portali, media locali per ottenere backlink autorevoli nel Paese d’interesse aumenta autorità e visibilità organica.
💡 Consiglio bonus: non dimentichiamoci della UX
Un sito bello ma lento, o difficile da navigare da mobile, non funziona nemmeno in Italia. Figurarsi all’estero. SEO e user experience devono andare a braccetto, soprattutto quando si gioca su più lingue e mercati.
✅ Cosa possiamo fare oggi, subito
Se vogliamo iniziare a prepararci per il mercato estero anche online, noi di Impresa.biz suggeriamo 3 azioni immediate:
-Verificare se il nostro sito è tradotto correttamente e geolocalizzato
-Fare un’analisi SEO sui competitor internazionali
-Rivedere la nostra presenza digitale in ottica multilingua e multi-paese
Anche una piccola azienda può posizionarsi bene se parte con il piede giusto.
📌 #DigitalExport #SEOPerPMI #ImpresaGlobale #SEOInternazionale #DigitalExport #VisibilitàOnline #UXDesign #MobileFirst #InternationalUsers
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