La nostra immagine è anche un asset: come proteggerla legalmente e moralmente
Quando abbiamo iniziato a esporci online, non pensavamo che un giorno la nostra immagine sarebbe diventata un asset.
Ma con il tempo, contenuti dopo contenuti, collaborazioni, presenza nei media e nei social, ci siamo resi conto di una cosa:
La nostra immagine – come ci presentiamo, cosa diciamo, come veniamo percepiti – è un capitale che va protetto.
Non solo a livello legale, ma anche morale, strategico e relazionale.
Ecco cosa abbiamo imparato nel costruire e difendere la nostra immagine professionale nel tempo.
1. La nostra faccia online vale più di un logo
Soprattutto per chi fa business con il proprio nome, la propria voce, la propria storia, l’immagine personale è parte del valore percepito.
È ciò che costruisce fiducia, differenzia e fidelizza.
Ma proprio per questo è anche più esposta:
-al rischio di imitazioni;
-a usi impropri di contenuti o foto;
-a fraintendimenti o strumentalizzazioni.
Abbiamo deciso di trattarla come un bene prezioso, e non come un semplice “profilo da curare”.
2. Protezione legale: un passo necessario, non solo per i “big”
Non bisogna aspettare di avere 100k follower per iniziare a tutelarsi.
Abbiamo imparato a:
-registrare il nostro marchio (nome, logo, format) se usato in modo ricorrente e professionale;
-indicare chiaramente le condizioni d’uso di contenuti, corsi, materiali digitali;
-stipulare contratti chiari per collaborazioni, sponsorizzazioni, interviste.
In alcuni casi, ci siamo confrontati con legali esperti in diritto digitale per capire come agire in caso di abuso, diffamazione o plagio.
3. La tutela morale: difendere la coerenza del nostro messaggio
La protezione dell’immagine non è solo una questione legale: è anche etica e reputazionale.
Ci siamo imposti alcune regole:
-Non collaboriamo con brand o progetti che non rispecchiano i nostri valori.
-Non inseguiamo la visibilità a ogni costo.
-Scegliamo di essere coerenti anche quando non è popolare.
La nostra immagine è credibilità. E la credibilità non si compra, si costruisce (e si difende) ogni giorno.
4. Abbiamo imparato a dire di no
Col tempo, ci siamo trovati a ricevere richieste “limite”: usi impropri del nostro volto, inviti in contesti non allineati, manipolazioni del nostro messaggio.
All’inizio dire “no” ci sembrava un’occasione persa. Oggi sappiamo che è una forma di tutela attiva.
La selezione è un atto di rispetto per la nostra community, oltre che per noi.
5. Monitorare la propria presenza online è dovere, non vanità
Ogni tanto facciamo una “manutenzione dell’identità”:
-cerchiamo il nostro nome su Google;
-controlliamo come appariamo sui profili aziendali e di terze parti;
-chiediamo feedback su come veniamo percepiti online.
Vogliamo essere sicuri che l'immagine che esce corrisponda a chi siamo davvero.
La nostra immagine è parte del nostro valore, e va trattata come un asset strategico
Proteggere la propria immagine non è egocentrismo. È consapevolezza professionale.
Perché chi lavora online con autenticità, responsabilità e visione, sa che il personal brand non è solo comunicazione: è reputazione, è fiducia, è identità.
E noi vogliamo continuare a costruirla con cura. E a difenderla con rispetto.
#PersonalBrand #TutelaImmagine #ReputazioneOnline #DirittoDigitale #EticaProfessionale #AssetPersonale #BrandingConsapevole
Quando abbiamo iniziato a esporci online, non pensavamo che un giorno la nostra immagine sarebbe diventata un asset.
Ma con il tempo, contenuti dopo contenuti, collaborazioni, presenza nei media e nei social, ci siamo resi conto di una cosa:
La nostra immagine – come ci presentiamo, cosa diciamo, come veniamo percepiti – è un capitale che va protetto.
Non solo a livello legale, ma anche morale, strategico e relazionale.
Ecco cosa abbiamo imparato nel costruire e difendere la nostra immagine professionale nel tempo.
1. La nostra faccia online vale più di un logo
Soprattutto per chi fa business con il proprio nome, la propria voce, la propria storia, l’immagine personale è parte del valore percepito.
È ciò che costruisce fiducia, differenzia e fidelizza.
Ma proprio per questo è anche più esposta:
-al rischio di imitazioni;
-a usi impropri di contenuti o foto;
-a fraintendimenti o strumentalizzazioni.
Abbiamo deciso di trattarla come un bene prezioso, e non come un semplice “profilo da curare”.
2. Protezione legale: un passo necessario, non solo per i “big”
Non bisogna aspettare di avere 100k follower per iniziare a tutelarsi.
Abbiamo imparato a:
-registrare il nostro marchio (nome, logo, format) se usato in modo ricorrente e professionale;
-indicare chiaramente le condizioni d’uso di contenuti, corsi, materiali digitali;
-stipulare contratti chiari per collaborazioni, sponsorizzazioni, interviste.
In alcuni casi, ci siamo confrontati con legali esperti in diritto digitale per capire come agire in caso di abuso, diffamazione o plagio.
3. La tutela morale: difendere la coerenza del nostro messaggio
La protezione dell’immagine non è solo una questione legale: è anche etica e reputazionale.
Ci siamo imposti alcune regole:
-Non collaboriamo con brand o progetti che non rispecchiano i nostri valori.
-Non inseguiamo la visibilità a ogni costo.
-Scegliamo di essere coerenti anche quando non è popolare.
La nostra immagine è credibilità. E la credibilità non si compra, si costruisce (e si difende) ogni giorno.
4. Abbiamo imparato a dire di no
Col tempo, ci siamo trovati a ricevere richieste “limite”: usi impropri del nostro volto, inviti in contesti non allineati, manipolazioni del nostro messaggio.
All’inizio dire “no” ci sembrava un’occasione persa. Oggi sappiamo che è una forma di tutela attiva.
La selezione è un atto di rispetto per la nostra community, oltre che per noi.
5. Monitorare la propria presenza online è dovere, non vanità
Ogni tanto facciamo una “manutenzione dell’identità”:
-cerchiamo il nostro nome su Google;
-controlliamo come appariamo sui profili aziendali e di terze parti;
-chiediamo feedback su come veniamo percepiti online.
Vogliamo essere sicuri che l'immagine che esce corrisponda a chi siamo davvero.
La nostra immagine è parte del nostro valore, e va trattata come un asset strategico
Proteggere la propria immagine non è egocentrismo. È consapevolezza professionale.
Perché chi lavora online con autenticità, responsabilità e visione, sa che il personal brand non è solo comunicazione: è reputazione, è fiducia, è identità.
E noi vogliamo continuare a costruirla con cura. E a difenderla con rispetto.
#PersonalBrand #TutelaImmagine #ReputazioneOnline #DirittoDigitale #EticaProfessionale #AssetPersonale #BrandingConsapevole
La nostra immagine è anche un asset: come proteggerla legalmente e moralmente
Quando abbiamo iniziato a esporci online, non pensavamo che un giorno la nostra immagine sarebbe diventata un asset.
Ma con il tempo, contenuti dopo contenuti, collaborazioni, presenza nei media e nei social, ci siamo resi conto di una cosa:
La nostra immagine – come ci presentiamo, cosa diciamo, come veniamo percepiti – è un capitale che va protetto.
Non solo a livello legale, ma anche morale, strategico e relazionale.
Ecco cosa abbiamo imparato nel costruire e difendere la nostra immagine professionale nel tempo.
1. La nostra faccia online vale più di un logo
Soprattutto per chi fa business con il proprio nome, la propria voce, la propria storia, l’immagine personale è parte del valore percepito.
È ciò che costruisce fiducia, differenzia e fidelizza.
👤 Ma proprio per questo è anche più esposta:
-al rischio di imitazioni;
-a usi impropri di contenuti o foto;
-a fraintendimenti o strumentalizzazioni.
👉 Abbiamo deciso di trattarla come un bene prezioso, e non come un semplice “profilo da curare”.
2. Protezione legale: un passo necessario, non solo per i “big”
Non bisogna aspettare di avere 100k follower per iniziare a tutelarsi.
Abbiamo imparato a:
-registrare il nostro marchio (nome, logo, format) se usato in modo ricorrente e professionale;
-indicare chiaramente le condizioni d’uso di contenuti, corsi, materiali digitali;
-stipulare contratti chiari per collaborazioni, sponsorizzazioni, interviste.
🔐 In alcuni casi, ci siamo confrontati con legali esperti in diritto digitale per capire come agire in caso di abuso, diffamazione o plagio.
3. La tutela morale: difendere la coerenza del nostro messaggio
La protezione dell’immagine non è solo una questione legale: è anche etica e reputazionale.
Ci siamo imposti alcune regole:
-Non collaboriamo con brand o progetti che non rispecchiano i nostri valori.
-Non inseguiamo la visibilità a ogni costo.
-Scegliamo di essere coerenti anche quando non è popolare.
📌 La nostra immagine è credibilità. E la credibilità non si compra, si costruisce (e si difende) ogni giorno.
4. Abbiamo imparato a dire di no
Col tempo, ci siamo trovati a ricevere richieste “limite”: usi impropri del nostro volto, inviti in contesti non allineati, manipolazioni del nostro messaggio.
All’inizio dire “no” ci sembrava un’occasione persa. Oggi sappiamo che è una forma di tutela attiva.
📣 La selezione è un atto di rispetto per la nostra community, oltre che per noi.
5. Monitorare la propria presenza online è dovere, non vanità
Ogni tanto facciamo una “manutenzione dell’identità”:
-cerchiamo il nostro nome su Google;
-controlliamo come appariamo sui profili aziendali e di terze parti;
-chiediamo feedback su come veniamo percepiti online.
🎯 Vogliamo essere sicuri che l'immagine che esce corrisponda a chi siamo davvero.
La nostra immagine è parte del nostro valore, e va trattata come un asset strategico
Proteggere la propria immagine non è egocentrismo. È consapevolezza professionale.
Perché chi lavora online con autenticità, responsabilità e visione, sa che il personal brand non è solo comunicazione: è reputazione, è fiducia, è identità.
E noi vogliamo continuare a costruirla con cura. E a difenderla con rispetto.
#PersonalBrand #TutelaImmagine #ReputazioneOnline #DirittoDigitale #EticaProfessionale #AssetPersonale #BrandingConsapevole
