• Microservizi per e-commerce scalabili: architetture moderne

    Quando il mio e-commerce ha iniziato a crescere, il monolite che avevo costruito all’inizio ha cominciato a mostrare i suoi limiti: aggiornamenti lenti, deploy rischiosi, tempi di risposta che salivano e integrazioni sempre più complesse.
    La soluzione? Passare a un’architettura a microservizi.

    È stata una delle scelte tecniche più strategiche che abbia mai fatto. In questo articolo ti spiego come ho progettato un e-commerce scalabile usando microservizi, quali tecnologie ho scelto, e cosa ho imparato (anche dagli errori).

    Monolite vs Microservizi: cosa cambia davvero?
    Nel monolite, tutto è legato insieme: frontend, backend, logiche di pagamento, gestione ordini, catalogo. Basta un errore nel checkout per bloccare l’intero sito.

    Con i microservizi, invece, ogni funzionalità è un modulo indipendente:
    -Il servizio “catalogo” risponde solo alle richieste sui prodotti
    -Il servizio “carrello” gestisce le sessioni d’acquisto
    -Il servizio “pagamenti” parla solo con i gateway
    -Il servizio “utente” si occupa di login, profili, ordini

    Ogni componente può scalare, aggiornarsi o essere sostituito in autonomia. Risultato? Performance migliori, zero downtime e più flessibilità.

    Quando ha senso adottare i microservizi?
    Se hai un e-commerce che:
    -Supera i 5.000 utenti unici/giorno
    -Ha team di sviluppo distribuiti o in crescita
    -Offre funzionalità complesse o fortemente personalizzabili
    -Vuole integrarsi con CRM, ERP, marketplace esterni
    -Ha bisogno di scalabilità orizzontale

    Tech stack che ho utilizzato
    Backend
    -Node.js + Express per microservizi REST
    -NestJS per servizi più strutturati
    -gRPC per comunicazione interna veloce tra servizi
    -Redis per cache e session management

    Frontend
    -React + Next.js come frontend decoupled
    -Comunicazione via API Gateway (REST o GraphQL)

    Database
    -PostgreSQL per i dati core (ordini, utenti)
    -MongoDB per dati flessibili (configuratori, preferenze)
    -ElasticSearch per la ricerca full-text in catalogo

    Infrastructure
    -Kubernetes (K8s) su Google Cloud per orchestrazione
    -Docker per il packaging dei servizi
    -API Gateway (es. Kong o AWS API Gateway) per gestire ingressi
    -CI/CD con GitHub Actions e ArgoCD

    Ogni servizio:
    -Ha il proprio database dedicato
    -Comunica in modo asincrono via event bus
    -Può essere scritto in linguaggi diversi (es. Go per performance)

    Come ho gestito la transizione da monolite
    Non ho riscritto tutto da zero. Ho seguito un approccio strangling the monolith:
    -Ho isolato i primi microservizi (es. “catalogo” e “ricerca”)
    -Ho mantenuto il monolite come orchestratore
    -Ho spostato le funzionalità una per volta
    Alla fine, il monolite era diventato un semplice proxy — e poi è scomparso

    Vantaggi reali che ho ottenuto
    -Deploy rapidi: posso aggiornare il pagamento senza toccare il resto
    -Zero downtime anche in fase di rilascio
    -Scalabilità reale: nei periodi di picco, posso scalare solo il carrello o il checkout
    -Maggiore resilienza: se un servizio va giù, il resto del sito resta attivo
    -Team più autonomi: ogni team lavora su un servizio senza dipendere dagli altri

    Cosa tenere a mente
    -La complessità aumenta: servono skill DevOps e CI/CD solide
    -Attenzione a gestire le comunicazioni tra servizi (soprattutto asincrone)
    -Servono strategie di monitoraggio avanzate (uso Prometheus + Grafana + Sentry)
    -L’onboarding dei nuovi dev va semplificato con buona documentazione

    Passare a microservizi non è una moda. È una scelta strategica per chi vuole costruire un e-commerce moderno, flessibile e pronto a scalare nel tempo.
    Serve una visione chiara, ma se parti passo dopo passo, puoi trasformare il tuo e-commerce in una macchina da guerra digitale.

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    Microservizi per e-commerce scalabili: architetture moderne Quando il mio e-commerce ha iniziato a crescere, il monolite che avevo costruito all’inizio ha cominciato a mostrare i suoi limiti: aggiornamenti lenti, deploy rischiosi, tempi di risposta che salivano e integrazioni sempre più complesse. La soluzione? Passare a un’architettura a microservizi. È stata una delle scelte tecniche più strategiche che abbia mai fatto. In questo articolo ti spiego come ho progettato un e-commerce scalabile usando microservizi, quali tecnologie ho scelto, e cosa ho imparato (anche dagli errori). 🧱 Monolite vs Microservizi: cosa cambia davvero? Nel monolite, tutto è legato insieme: frontend, backend, logiche di pagamento, gestione ordini, catalogo. Basta un errore nel checkout per bloccare l’intero sito. Con i microservizi, invece, ogni funzionalità è un modulo indipendente: -Il servizio “catalogo” risponde solo alle richieste sui prodotti -Il servizio “carrello” gestisce le sessioni d’acquisto -Il servizio “pagamenti” parla solo con i gateway -Il servizio “utente” si occupa di login, profili, ordini 👉 Ogni componente può scalare, aggiornarsi o essere sostituito in autonomia. Risultato? Performance migliori, zero downtime e più flessibilità. 🧠 Quando ha senso adottare i microservizi? Se hai un e-commerce che: -Supera i 5.000 utenti unici/giorno -Ha team di sviluppo distribuiti o in crescita -Offre funzionalità complesse o fortemente personalizzabili -Vuole integrarsi con CRM, ERP, marketplace esterni -Ha bisogno di scalabilità orizzontale 🧰 Tech stack che ho utilizzato ✅ Backend -Node.js + Express per microservizi REST -NestJS per servizi più strutturati -gRPC per comunicazione interna veloce tra servizi -Redis per cache e session management ✅ Frontend -React + Next.js come frontend decoupled -Comunicazione via API Gateway (REST o GraphQL) ✅ Database -PostgreSQL per i dati core (ordini, utenti) -MongoDB per dati flessibili (configuratori, preferenze) -ElasticSearch per la ricerca full-text in catalogo ✅ Infrastructure -Kubernetes (K8s) su Google Cloud per orchestrazione -Docker per il packaging dei servizi -API Gateway (es. Kong o AWS API Gateway) per gestire ingressi -CI/CD con GitHub Actions e ArgoCD Ogni servizio: -Ha il proprio database dedicato -Comunica in modo asincrono via event bus -Può essere scritto in linguaggi diversi (es. Go per performance) 🔄 Come ho gestito la transizione da monolite Non ho riscritto tutto da zero. Ho seguito un approccio strangling the monolith: -Ho isolato i primi microservizi (es. “catalogo” e “ricerca”) -Ho mantenuto il monolite come orchestratore -Ho spostato le funzionalità una per volta Alla fine, il monolite era diventato un semplice proxy — e poi è scomparso ✅ Vantaggi reali che ho ottenuto -Deploy rapidi: posso aggiornare il pagamento senza toccare il resto -Zero downtime anche in fase di rilascio -Scalabilità reale: nei periodi di picco, posso scalare solo il carrello o il checkout -Maggiore resilienza: se un servizio va giù, il resto del sito resta attivo -Team più autonomi: ogni team lavora su un servizio senza dipendere dagli altri ⚠️ Cosa tenere a mente -La complessità aumenta: servono skill DevOps e CI/CD solide -Attenzione a gestire le comunicazioni tra servizi (soprattutto asincrone) -Servono strategie di monitoraggio avanzate (uso Prometheus + Grafana + Sentry) -L’onboarding dei nuovi dev va semplificato con buona documentazione Passare a microservizi non è una moda. È una scelta strategica per chi vuole costruire un e-commerce moderno, flessibile e pronto a scalare nel tempo. Serve una visione chiara, ma se parti passo dopo passo, puoi trasformare il tuo e-commerce in una macchina da guerra digitale. #ecommerce2025 #microservizi #scalabilitàweb #cloudarchitecture #DevOps #Kubernetes #NodeJS #APIeconomy #digitalcommerce #impresainrete
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