Come vendere all’estero senza errori fiscali

Vendere all’estero è un’opportunità enorme per le imprese italiane, ma ogni ordine oltre confine porta con sé una domanda:

“Devo fare Intrastat? Metto l’IVA? E con l’Inghilterra come funziona?”

Nel 2025 il commercio intra-UE e extra-UE è sempre più tracciato e digitalizzato. Le autorità fiscali — italiane ed europee — incrociano dati, incassano in tempo reale e controllano a distanza.

Tradotto: servono attenzione e metodo. Niente panico: ecco una guida aggiornata per evitare errori e vendere con serenità.

1. Prima distinzione fondamentale: UE ≠ Extra-UE
Se vendi o compri dentro l’Unione Europea, sei nel commercio “intra-UE”

Se invece c’è di mezzo un Paese fuori dall’UE (UK incluso), scattano le regole doganali e di esportazione/importazione

2. Vendite B2B intra-UE: attenzione a VIES e autofatturazione
Se vendi ad aziende con partita IVA in un altro Paese UE:
Niente IVA in fattura (operazione non imponibile ex art. 41 DL 331/93)

Ma solo se:
-il cliente è registrato al VIES
-la merce è spedita fisicamente in un altro Paese UE
-puoi dimostrare la spedizione

Serve anche la dichiarazione Intrastat mensile o trimestrale, se superi certe soglie (o su richiesta dell’Agenzia delle Dogane).

🛍 3. Vendite B2C intra-UE: si usa il regime OSS
Se vendi a consumatori finali UE (es. ecommerce), l’IVA va applicata secondo il Paese del cliente.

Dal 1° luglio 2021 esiste il sistema OSS – One Stop Shop, che semplifica tutto:
-Ti registri in Italia al portale OSS
-Applichi l’IVA del Paese del cliente
-Versi tutto tramite un’unica dichiarazione trimestrale OSS

Obbligatorio se superi i 10.000 euro di vendite annuali intra-UE a privati

4. Vendite extra-UE: esportazioni e dogana
Se vendi a clienti fuori dall’UE (USA, UK, Svizzera, ecc.):
La vendita è non imponibile IVA (art. 8 DPR 633/72)
-Serve prova di esportazione doganale (MRN, bolle doganali)

Spedire tramite corriere? Chiedi la distinta doganale o documento di esportazione con timbro elettronico

Anche in dropshipping sei l’esportatore fiscale, anche se non vedi mai il prodotto.

5. Acquisti da fornitori UE: reverse charge e Intrastat
Se compri beni o servizi da un fornitore UE:
-Devi applicare il reverse charge (autofattura con IVA italiana)
-Devi presentare modello Intrastat acquisti, salvo esoneri o soglie minime

Molti si dimenticano l’Intrastat per servizi ricevuti da UE (es. advertising, consulenze): è obbligatorio, anche per i forfettari che hanno optato per il VIES.

6. Regole con UK post-Brexit
Con il Regno Unito, dal 2021 valgono le regole doganali extra-UE:
-Serve dichiarazione di esportazione e bolle doganali
-Possibili dazi o IVA all’importazione nel Paese del cliente
-Verifica sempre se il cliente ha VAT UK number (utile solo in B2B)

Per chi vende online in UK, è spesso necessario un fiscal representative o un intermediario doganale locale

7. Come evitare errori fiscali nelle vendite estere
Checklist utile per stare tranquilli:

Iscritto al VIES se fai B2B UE
Registrato al OSS per ecommerce B2C intra-UE
Conosci la differenza tra cessione intracomunitaria e esportazione extra-UE
Conservi prove di trasporto o export doganale
Presenti correttamente Intrastat (acquisti e/o vendite)
Hai un gestionale o commercialista che parla “lingua internazionale”

Vendere all’estero sì, ma con consapevolezza
Il mercato è globale, ma le regole sono locali.
Con un minimo di struttura e le giuste informazioni, puoi vendere in tutta Europa (e oltre) senza problemi fiscali o doganali.

Oggi il Fisco incrocia i dati: se sbagli Intrastat, OSS o IVA intra-UE, la lettera dell’Agenzia arriva anche se non ti sei mai mosso dall’ufficio.

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Come vendere all’estero senza errori fiscali Vendere all’estero è un’opportunità enorme per le imprese italiane, ma ogni ordine oltre confine porta con sé una domanda: “Devo fare Intrastat? Metto l’IVA? E con l’Inghilterra come funziona?” Nel 2025 il commercio intra-UE e extra-UE è sempre più tracciato e digitalizzato. Le autorità fiscali — italiane ed europee — incrociano dati, incassano in tempo reale e controllano a distanza. 👉 Tradotto: servono attenzione e metodo. Niente panico: ecco una guida aggiornata per evitare errori e vendere con serenità. 🧭 1. Prima distinzione fondamentale: UE ≠ Extra-UE Se vendi o compri dentro l’Unione Europea, sei nel commercio “intra-UE” Se invece c’è di mezzo un Paese fuori dall’UE (UK incluso), scattano le regole doganali e di esportazione/importazione 📋 2. Vendite B2B intra-UE: attenzione a VIES e autofatturazione Se vendi ad aziende con partita IVA in un altro Paese UE: Niente IVA in fattura (operazione non imponibile ex art. 41 DL 331/93) Ma solo se: -il cliente è registrato al VIES -la merce è spedita fisicamente in un altro Paese UE -puoi dimostrare la spedizione 📌 Serve anche la dichiarazione Intrastat mensile o trimestrale, se superi certe soglie (o su richiesta dell’Agenzia delle Dogane). 🛍 3. Vendite B2C intra-UE: si usa il regime OSS Se vendi a consumatori finali UE (es. ecommerce), l’IVA va applicata secondo il Paese del cliente. Dal 1° luglio 2021 esiste il sistema OSS – One Stop Shop, che semplifica tutto: -Ti registri in Italia al portale OSS -Applichi l’IVA del Paese del cliente -Versi tutto tramite un’unica dichiarazione trimestrale OSS 👉 Obbligatorio se superi i 10.000 euro di vendite annuali intra-UE a privati ✈️ 4. Vendite extra-UE: esportazioni e dogana Se vendi a clienti fuori dall’UE (USA, UK, Svizzera, ecc.): La vendita è non imponibile IVA (art. 8 DPR 633/72) -Serve prova di esportazione doganale (MRN, bolle doganali) 📦 Spedire tramite corriere? Chiedi la distinta doganale o documento di esportazione con timbro elettronico 💡 Anche in dropshipping sei l’esportatore fiscale, anche se non vedi mai il prodotto. 🧾 5. Acquisti da fornitori UE: reverse charge e Intrastat Se compri beni o servizi da un fornitore UE: -Devi applicare il reverse charge (autofattura con IVA italiana) -Devi presentare modello Intrastat acquisti, salvo esoneri o soglie minime 📌 Molti si dimenticano l’Intrastat per servizi ricevuti da UE (es. advertising, consulenze): è obbligatorio, anche per i forfettari che hanno optato per il VIES. 📦 6. Regole con UK post-Brexit Con il Regno Unito, dal 2021 valgono le regole doganali extra-UE: -Serve dichiarazione di esportazione e bolle doganali -Possibili dazi o IVA all’importazione nel Paese del cliente -Verifica sempre se il cliente ha VAT UK number (utile solo in B2B) 👉 Per chi vende online in UK, è spesso necessario un fiscal representative o un intermediario doganale locale 🧰 7. Come evitare errori fiscali nelle vendite estere Checklist utile per stare tranquilli: ✅ Iscritto al VIES se fai B2B UE ✅ Registrato al OSS per ecommerce B2C intra-UE ✅ Conosci la differenza tra cessione intracomunitaria e esportazione extra-UE ✅ Conservi prove di trasporto o export doganale ✅ Presenti correttamente Intrastat (acquisti e/o vendite) ✅ Hai un gestionale o commercialista che parla “lingua internazionale” 📌 Vendere all’estero sì, ma con consapevolezza Il mercato è globale, ma le regole sono locali. Con un minimo di struttura e le giuste informazioni, puoi vendere in tutta Europa (e oltre) senza problemi fiscali o doganali. 👉 Oggi il Fisco incrocia i dati: se sbagli Intrastat, OSS o IVA intra-UE, la lettera dell’Agenzia arriva anche se non ti sei mai mosso dall’ufficio. #venditeUE #Intrastat2025 #dogane #IVAestera #OSS #ecommerceinternazionale #fiscalitàinternazionale #partitaIVA #PMIitaliane #esportarebene #fatturazioneelettronica #commercioestero #digitalexport #compliancefiscale
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