Aprire un’attività e-commerce: aspetti fiscali e legali da non sottovalutare
Lavoro da anni nello sviluppo di soluzioni e-commerce per imprese italiane, e una cosa l’ho capita molto presto: aprire un negozio online non è solo una questione tecnica. Dietro a ogni progetto, prima ancora della scelta della piattaforma, ci sono domande fondamentali su fisco, burocrazia e normativa.
In questo articolo non voglio fare il commercialista (non lo sono), ma condividere quello che ogni imprenditore digitale dovrebbe sapere prima di cliccare “Pubblica”.
1. Serve aprire una partita IVA?
Sì, se vendi online in modo continuativo, la partita IVA è obbligatoria. È un errore comune pensare di poter iniziare a vendere "per provare" senza. Anche su marketplace come Etsy o Amazon, l’Agenzia delle Entrate può contestare l’attività se non è dichiarata.
Puoi aprire con regime forfettario se hai fatturati sotto i 85.000€, ma occhio alle attività escluse (tipo dropshipping con stoccaggio estero).
2. Codice ATECO corretto
Scegliere il giusto codice ATECO è fondamentale: per un e-commerce generico, il più usato è 47.91.10 - Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto via internet. Ma se vendi prodotti alimentari, integratori o cosmetici, potrebbero esserci codici (e obblighi) diversi.
Parlane con un commercialista che conosca il digitale. Ne ho visti tanti usare codici sbagliati... con brutte conseguenze.
3. Comunicazioni e adempimenti
Dopo aver aperto la partita IVA, serve:
-Iscrizione al Registro delle Imprese (tramite Camera di Commercio)
-Comunicazione SCIA al Comune (in certi casi)
-PEC e firma digitale
-Iscrizione INPS e, se prevista, INAIL
Tutto può essere fatto online, ma va seguito con attenzione. Un errore iniziale può bloccare tutto.
4. Aspetti legali: condizioni, privacy, diritto di recesso
Ogni e-commerce deve avere:
-Termini e condizioni di vendita
-Informativa sulla privacy e sui cookie (GDPR)
-Politica su spedizioni, resi e rimborsi
-Indicazioni chiare su prezzi, IVA e spese
Non copiare da altri siti: ogni attività ha le sue specificità. L’ideale è farsi aiutare da un legale (o usare servizi specializzati in documentazione per e-commerce).
5. Fatturazione e sistemi di pagamento
Ogni vendita va documentata. Alcune piattaforme permettono l’integrazione automatica con sistemi di fatturazione elettronica (obbligatoria in Italia), ma vanno configurati correttamente.
I gateway di pagamento (PayPal, Stripe, Nexi, ecc.) vanno collegati a un conto intestato all’impresa, e serve attenzione su commissioni, tempi di accredito e compatibilità con la contabilità.
Avviare un e-commerce non è complicato, ma serve fare le cose in ordine. Troppo spesso vedo aziende partire con il sito online e zero documenti in regola.
La parte burocratica può sembrare noiosa, ma è quella che ti permette di costruire un business serio, scalabile e protetto nel tempo.
Hai dubbi su come iniziare? Hai già un e-commerce e non sei sicuro di essere in regola? Scrivimi nei commenti o in privato: il digitale è una cosa seria, ma possiamo affrontarlo insieme.
#ecommerceitalia #aprireunattività #fiscoonline #partitaIVA #PMI #startupitalia #impreseitaliane #shoponline #legalitàdigitale #sviluppoecommerce #programmatoreweb #digitalizzazione
Lavoro da anni nello sviluppo di soluzioni e-commerce per imprese italiane, e una cosa l’ho capita molto presto: aprire un negozio online non è solo una questione tecnica. Dietro a ogni progetto, prima ancora della scelta della piattaforma, ci sono domande fondamentali su fisco, burocrazia e normativa.
In questo articolo non voglio fare il commercialista (non lo sono), ma condividere quello che ogni imprenditore digitale dovrebbe sapere prima di cliccare “Pubblica”.
1. Serve aprire una partita IVA?
Sì, se vendi online in modo continuativo, la partita IVA è obbligatoria. È un errore comune pensare di poter iniziare a vendere "per provare" senza. Anche su marketplace come Etsy o Amazon, l’Agenzia delle Entrate può contestare l’attività se non è dichiarata.
Puoi aprire con regime forfettario se hai fatturati sotto i 85.000€, ma occhio alle attività escluse (tipo dropshipping con stoccaggio estero).
2. Codice ATECO corretto
Scegliere il giusto codice ATECO è fondamentale: per un e-commerce generico, il più usato è 47.91.10 - Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto via internet. Ma se vendi prodotti alimentari, integratori o cosmetici, potrebbero esserci codici (e obblighi) diversi.
Parlane con un commercialista che conosca il digitale. Ne ho visti tanti usare codici sbagliati... con brutte conseguenze.
3. Comunicazioni e adempimenti
Dopo aver aperto la partita IVA, serve:
-Iscrizione al Registro delle Imprese (tramite Camera di Commercio)
-Comunicazione SCIA al Comune (in certi casi)
-PEC e firma digitale
-Iscrizione INPS e, se prevista, INAIL
Tutto può essere fatto online, ma va seguito con attenzione. Un errore iniziale può bloccare tutto.
4. Aspetti legali: condizioni, privacy, diritto di recesso
Ogni e-commerce deve avere:
-Termini e condizioni di vendita
-Informativa sulla privacy e sui cookie (GDPR)
-Politica su spedizioni, resi e rimborsi
-Indicazioni chiare su prezzi, IVA e spese
Non copiare da altri siti: ogni attività ha le sue specificità. L’ideale è farsi aiutare da un legale (o usare servizi specializzati in documentazione per e-commerce).
5. Fatturazione e sistemi di pagamento
Ogni vendita va documentata. Alcune piattaforme permettono l’integrazione automatica con sistemi di fatturazione elettronica (obbligatoria in Italia), ma vanno configurati correttamente.
I gateway di pagamento (PayPal, Stripe, Nexi, ecc.) vanno collegati a un conto intestato all’impresa, e serve attenzione su commissioni, tempi di accredito e compatibilità con la contabilità.
Avviare un e-commerce non è complicato, ma serve fare le cose in ordine. Troppo spesso vedo aziende partire con il sito online e zero documenti in regola.
La parte burocratica può sembrare noiosa, ma è quella che ti permette di costruire un business serio, scalabile e protetto nel tempo.
Hai dubbi su come iniziare? Hai già un e-commerce e non sei sicuro di essere in regola? Scrivimi nei commenti o in privato: il digitale è una cosa seria, ma possiamo affrontarlo insieme.
#ecommerceitalia #aprireunattività #fiscoonline #partitaIVA #PMI #startupitalia #impreseitaliane #shoponline #legalitàdigitale #sviluppoecommerce #programmatoreweb #digitalizzazione
Aprire un’attività e-commerce: aspetti fiscali e legali da non sottovalutare
Lavoro da anni nello sviluppo di soluzioni e-commerce per imprese italiane, e una cosa l’ho capita molto presto: aprire un negozio online non è solo una questione tecnica. Dietro a ogni progetto, prima ancora della scelta della piattaforma, ci sono domande fondamentali su fisco, burocrazia e normativa.
In questo articolo non voglio fare il commercialista (non lo sono), ma condividere quello che ogni imprenditore digitale dovrebbe sapere prima di cliccare “Pubblica”.
1. Serve aprire una partita IVA?
Sì, se vendi online in modo continuativo, la partita IVA è obbligatoria. È un errore comune pensare di poter iniziare a vendere "per provare" senza. Anche su marketplace come Etsy o Amazon, l’Agenzia delle Entrate può contestare l’attività se non è dichiarata.
Puoi aprire con regime forfettario se hai fatturati sotto i 85.000€, ma occhio alle attività escluse (tipo dropshipping con stoccaggio estero).
2. Codice ATECO corretto
Scegliere il giusto codice ATECO è fondamentale: per un e-commerce generico, il più usato è 47.91.10 - Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto via internet. Ma se vendi prodotti alimentari, integratori o cosmetici, potrebbero esserci codici (e obblighi) diversi.
Parlane con un commercialista che conosca il digitale. Ne ho visti tanti usare codici sbagliati... con brutte conseguenze.
3. Comunicazioni e adempimenti
Dopo aver aperto la partita IVA, serve:
-Iscrizione al Registro delle Imprese (tramite Camera di Commercio)
-Comunicazione SCIA al Comune (in certi casi)
-PEC e firma digitale
-Iscrizione INPS e, se prevista, INAIL
Tutto può essere fatto online, ma va seguito con attenzione. Un errore iniziale può bloccare tutto.
4. Aspetti legali: condizioni, privacy, diritto di recesso
Ogni e-commerce deve avere:
-Termini e condizioni di vendita
-Informativa sulla privacy e sui cookie (GDPR)
-Politica su spedizioni, resi e rimborsi
-Indicazioni chiare su prezzi, IVA e spese
Non copiare da altri siti: ogni attività ha le sue specificità. L’ideale è farsi aiutare da un legale (o usare servizi specializzati in documentazione per e-commerce).
5. Fatturazione e sistemi di pagamento
Ogni vendita va documentata. Alcune piattaforme permettono l’integrazione automatica con sistemi di fatturazione elettronica (obbligatoria in Italia), ma vanno configurati correttamente.
I gateway di pagamento (PayPal, Stripe, Nexi, ecc.) vanno collegati a un conto intestato all’impresa, e serve attenzione su commissioni, tempi di accredito e compatibilità con la contabilità.
Avviare un e-commerce non è complicato, ma serve fare le cose in ordine. Troppo spesso vedo aziende partire con il sito online e zero documenti in regola.
La parte burocratica può sembrare noiosa, ma è quella che ti permette di costruire un business serio, scalabile e protetto nel tempo.
💬 Hai dubbi su come iniziare? Hai già un e-commerce e non sei sicuro di essere in regola? Scrivimi nei commenti o in privato: il digitale è una cosa seria, ma possiamo affrontarlo insieme.
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