• Come implementare una strategia di retargeting efficace su mercati esteri

    Nel mio lavoro con le PMI italiane che vogliono espandersi all’estero, ho imparato che il retargeting è uno strumento fondamentale per aumentare le conversioni e recuperare clienti potenziali che altrimenti rischierebbero di perdersi. Tuttavia, implementare una strategia di retargeting efficace su mercati esteri richiede attenzione e personalizzazione.

    1. Segmentare il pubblico per mercato e comportamento

    Per me, il primo passo è sempre capire chi sono i visitatori e come si comportano in ciascun mercato. Segmentare il pubblico in base a lingua, paese, interessi e azioni compiute sul sito permette di creare campagne di retargeting più mirate e rilevanti.

    2. Adattare i messaggi e le creatività

    Ogni mercato ha le sue peculiarità culturali e linguistiche. Per questo motivo, personalizzo sempre i messaggi pubblicitari e le creatività, tenendo conto delle preferenze locali, delle festività e delle abitudini di acquisto. Questo aumenta notevolmente l’efficacia delle campagne.

    3. Scegliere i canali giusti

    A seconda del paese, alcuni canali funzionano meglio di altri. Per esempio, mentre Facebook e Google Ads sono quasi sempre indispensabili, in altri mercati potrei integrare piattaforme come TikTok, WeChat o LinkedIn, a seconda del target e degli obiettivi.

    4. Definire un budget flessibile e testare continuamente

    Un aspetto che considero cruciale è la gestione dinamica del budget, che deve essere adeguato alle performance e ai risultati. Testo costantemente creatività, segmenti e offerte per ottimizzare le campagne e massimizzare il ritorno sull’investimento.

    5. Monitorare e analizzare i risultati con attenzione

    Infine, analizzo in modo approfondito le metriche chiave come CTR, conversion rate e ROAS per ogni mercato, così da capire cosa funziona e cosa no, e fare aggiustamenti rapidi e mirati.

    In sintesi, una strategia di retargeting efficace su mercati esteri richiede un approccio strutturato, flessibile e culturalmente consapevole. Nel mio percorso, vedo sempre come questa attenzione porti a risultati concreti e crescita sostenibile.

    #Retargeting #MarketingInternazionale #EcommerceEstero #PMIItalia #ExportDigitale #DigitalMarketing

    Come implementare una strategia di retargeting efficace su mercati esteri Nel mio lavoro con le PMI italiane che vogliono espandersi all’estero, ho imparato che il retargeting è uno strumento fondamentale per aumentare le conversioni e recuperare clienti potenziali che altrimenti rischierebbero di perdersi. Tuttavia, implementare una strategia di retargeting efficace su mercati esteri richiede attenzione e personalizzazione. 1. Segmentare il pubblico per mercato e comportamento Per me, il primo passo è sempre capire chi sono i visitatori e come si comportano in ciascun mercato. Segmentare il pubblico in base a lingua, paese, interessi e azioni compiute sul sito permette di creare campagne di retargeting più mirate e rilevanti. 2. Adattare i messaggi e le creatività Ogni mercato ha le sue peculiarità culturali e linguistiche. Per questo motivo, personalizzo sempre i messaggi pubblicitari e le creatività, tenendo conto delle preferenze locali, delle festività e delle abitudini di acquisto. Questo aumenta notevolmente l’efficacia delle campagne. 3. Scegliere i canali giusti A seconda del paese, alcuni canali funzionano meglio di altri. Per esempio, mentre Facebook e Google Ads sono quasi sempre indispensabili, in altri mercati potrei integrare piattaforme come TikTok, WeChat o LinkedIn, a seconda del target e degli obiettivi. 4. Definire un budget flessibile e testare continuamente Un aspetto che considero cruciale è la gestione dinamica del budget, che deve essere adeguato alle performance e ai risultati. Testo costantemente creatività, segmenti e offerte per ottimizzare le campagne e massimizzare il ritorno sull’investimento. 5. Monitorare e analizzare i risultati con attenzione Infine, analizzo in modo approfondito le metriche chiave come CTR, conversion rate e ROAS per ogni mercato, così da capire cosa funziona e cosa no, e fare aggiustamenti rapidi e mirati. In sintesi, una strategia di retargeting efficace su mercati esteri richiede un approccio strutturato, flessibile e culturalmente consapevole. Nel mio percorso, vedo sempre come questa attenzione porti a risultati concreti e crescita sostenibile. #Retargeting #MarketingInternazionale #EcommerceEstero #PMIItalia #ExportDigitale #DigitalMarketing
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  • Come capire se il tuo prodotto è adatto al mercato estero: test rapidi ed economici

    Lavoro ogni giorno con piccole e medie imprese italiane che vogliono iniziare a vendere all’estero. Una delle prime domande che mi pongono è questa:
    “Ma il mio prodotto… può davvero funzionare fuori dall’Italia?”
    La verità è che non esiste una risposta certa a tavolino, ma ci sono strumenti semplici e accessibili per capirlo in tempi brevi e con investimenti contenuti. Ecco come faccio a guidarti.

    1. Identifico un Paese target (non “l’estero” in generale)
    Ogni prodotto ha mercati più o meno sensibili. Non ha senso parlare genericamente di “vendere all’estero”: bisogna partire da un Paese specifico.
    -Come scegliere?
    -Dove c’è domanda crescente per la tua categoria?
    -Ci sono competitor simili (segno che il mercato è maturo)?
    -La cultura e il gusto locale sono compatibili con il tuo prodotto?
    Per aiutarti, uso strumenti come Google Trends, marketplaces locali, report di settore internazionali e fiere.

    2. Lancio una landing page localizzata
    Creo una pagina di presentazione del prodotto tradotta bene nella lingua locale, con foto, descrizione e possibilità di:
    -lasciare un’email,
    -fare una prenotazione,
    -acquistare (anche in preordine).

    Non serve avere un sito completo: puoi usare strumenti come Shopify (con localizzazione attiva), Tilda, Webflow, Unbounce o Instapage.
    Il costo stimato è tra 100 e 300 €.
    L’obiettivo è capire se le persone cliccano, leggono e comprano.

    3. Faccio campagne test su Meta o Google Ads
    Con anche solo 5–10 € al giorno, posso testare la risposta del mercato:
    -Uso un pubblico mirato per il Paese scelto,
    -Mostro il prodotto con creatività localizzata,
    -Punto tutto su un messaggio semplice: “Ecco cosa ti offriamo, vuoi provarlo?”

    Tengo d’occhio:
    -Click (CTR),
    -Tempo speso sulla pagina,
    -Lead o ordini ricevuti.
    Se il prodotto è interessante, qualche segnale arriva già nei primi giorni.

    4. Testo sui marketplace esteri
    Alcuni marketplace permettono di testare prodotti senza grandi investimenti in logistica:
    -Etsy per artigianato, moda, design,
    -Amazon (usando FBA o in dropshipping),
    -eBay per prodotti evergreen o tech,
    -ManoMano, Cdiscount, ecc. per specifici settori.
    Anche con pochi articoli in magazzino o in produzione, puoi vedere se arrivano visualizzazioni o vendite.

    5. Partecipo a gruppi, forum o community locali
    Per certi prodotti (artigianato, moda, food, cosmetica), posso testare l’interesse anche senza vendere, semplicemente entrando in contatto con potenziali clienti:
    -Gruppi Facebook locali,
    -Reddit (subreddit tematici per Paese),
    -Forum di settore,
    -Piattaforme B2B come Alibaba o Faire.
    -Faccio domande, mostro il prodotto e raccolgo feedback autentici.

    Il mio consiglio
    Non fare previsioni basate solo sull’intuizione. Oggi puoi testare l’interesse reale di un mercato estero in 30 giorni e con meno di 500 euro.

    Vuoi un mini-piano test per capire se il tuo prodotto può vendere in Francia, Germania o USA?
    Contattami: posso aiutarti a strutturarlo, anche partendo da zero.

    #TestDiMercato #PMIitaliane #EcommerceEstero #Internazionalizzazione #ExportDigitale #LandingPage #ProductMarketFit #Impresabiz

    Come capire se il tuo prodotto è adatto al mercato estero: test rapidi ed economici Lavoro ogni giorno con piccole e medie imprese italiane che vogliono iniziare a vendere all’estero. Una delle prime domande che mi pongono è questa: “Ma il mio prodotto… può davvero funzionare fuori dall’Italia?” La verità è che non esiste una risposta certa a tavolino, ma ci sono strumenti semplici e accessibili per capirlo in tempi brevi e con investimenti contenuti. Ecco come faccio a guidarti. 🎯 1. Identifico un Paese target (non “l’estero” in generale) Ogni prodotto ha mercati più o meno sensibili. Non ha senso parlare genericamente di “vendere all’estero”: bisogna partire da un Paese specifico. -Come scegliere? -Dove c’è domanda crescente per la tua categoria? -Ci sono competitor simili (segno che il mercato è maturo)? -La cultura e il gusto locale sono compatibili con il tuo prodotto? 💡 Per aiutarti, uso strumenti come Google Trends, marketplaces locali, report di settore internazionali e fiere. 🚀 2. Lancio una landing page localizzata Creo una pagina di presentazione del prodotto tradotta bene nella lingua locale, con foto, descrizione e possibilità di: -lasciare un’email, -fare una prenotazione, -acquistare (anche in preordine). Non serve avere un sito completo: puoi usare strumenti come Shopify (con localizzazione attiva), Tilda, Webflow, Unbounce o Instapage. 💰 Il costo stimato è tra 100 e 300 €. 🎯 L’obiettivo è capire se le persone cliccano, leggono e comprano. 📲 3. Faccio campagne test su Meta o Google Ads Con anche solo 5–10 € al giorno, posso testare la risposta del mercato: -Uso un pubblico mirato per il Paese scelto, -Mostro il prodotto con creatività localizzata, -Punto tutto su un messaggio semplice: “Ecco cosa ti offriamo, vuoi provarlo?” ⚠️ Tengo d’occhio: -Click (CTR), -Tempo speso sulla pagina, -Lead o ordini ricevuti. Se il prodotto è interessante, qualche segnale arriva già nei primi giorni. 🛒 4. Testo sui marketplace esteri Alcuni marketplace permettono di testare prodotti senza grandi investimenti in logistica: -Etsy per artigianato, moda, design, -Amazon (usando FBA o in dropshipping), -eBay per prodotti evergreen o tech, -ManoMano, Cdiscount, ecc. per specifici settori. Anche con pochi articoli in magazzino o in produzione, puoi vedere se arrivano visualizzazioni o vendite. 🧪 5. Partecipo a gruppi, forum o community locali Per certi prodotti (artigianato, moda, food, cosmetica), posso testare l’interesse anche senza vendere, semplicemente entrando in contatto con potenziali clienti: -Gruppi Facebook locali, -Reddit (subreddit tematici per Paese), -Forum di settore, -Piattaforme B2B come Alibaba o Faire. -Faccio domande, mostro il prodotto e raccolgo feedback autentici. 🎯 Il mio consiglio Non fare previsioni basate solo sull’intuizione. Oggi puoi testare l’interesse reale di un mercato estero in 30 giorni e con meno di 500 euro. 📩 Vuoi un mini-piano test per capire se il tuo prodotto può vendere in Francia, Germania o USA? Contattami: posso aiutarti a strutturarlo, anche partendo da zero. 🌍 #TestDiMercato #PMIitaliane #EcommerceEstero #Internazionalizzazione #ExportDigitale #LandingPage #ProductMarketFit #Impresabiz
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  • Quanto costa davvero internazionalizzare un e-commerce? Analisi voce per voce

    Quando penso a internazionalizzare il mio e-commerce, una delle prime domande che mi pongo è: quanto mi costerà davvero? Spesso si sottovalutano i costi nascosti o si fa confusione su quali voci includere nel budget. Per questo ho deciso di fare una panoramica dettagliata, voce per voce, per avere chiaro dove vanno a finire i miei investimenti quando porto il mio negozio online fuori dai confini nazionali.

    1. Traduzione e localizzazione
    Non si tratta solo di tradurre testi, ma di adattare descrizioni, immagini, modalità di pagamento e persino il packaging. Un buon servizio di localizzazione può costare da 500 fino a qualche migliaio di euro, a seconda della complessità e delle lingue.

    2. Adeguamenti tecnici
    Il sito deve essere pronto per gestire valute diverse, tasse locali (come l’IVA OSS in Europa), spedizioni internazionali, metodi di pagamento locali. Se uso piattaforme come Shopify o WooCommerce, potrei dover investire in plugin o app specifiche. Qui il costo varia da 200 a 1.000 euro o più.

    3. Logistica e spedizioni
    Spedire all’estero è più costoso e complicato. Devo considerare il costo della spedizione, eventuali dazi doganali, resi e gestione di magazzini locali. Il costo per ordine può aumentare del 20-50% rispetto al mercato domestico.

    4. Marketing internazionale
    Per farmi conoscere in nuovi mercati, devo investire in campagne pubblicitarie localizzate, SEO internazionale, influencer marketing e social media. Un budget minimo consigliato parte da 500-1.000 euro al mese, ma può crescere a seconda degli obiettivi.

    5. Supporto clienti e gestione resi
    Offrire assistenza in lingua locale e gestire resi internazionali richiede personale dedicato o servizi esterni. Questo può significare un costo fisso mensile o una tariffa variabile in base al volume.

    6. Consulenze legali e fiscali
    Affidarmi a professionisti per rispettare le normative fiscali, doganali e legali è fondamentale per evitare sanzioni. I costi possono andare da qualche centinaio a migliaia di euro, a seconda della complessità.

    In sintesi
    Internazionalizzare un e-commerce non significa solo aprire un sito in un’altra lingua. È un investimento che può partire da qualche migliaio di euro fino a cifre più consistenti, a seconda della dimensione e della complessità del progetto. Ma, fatto bene, apre la porta a nuovi clienti e fatturati importanti.

    Se vuoi, posso aiutarti a fare una stima precisa per il tuo business e a pianificare ogni fase in modo sostenibile.

    Contattami per una consulenza personalizzata!

    #Internazionalizzazione #EcommerceEstero #PMIitaliane #ExportDigitale #CostiEcommerce #VendereAllEstero #Impresabiz

    Quanto costa davvero internazionalizzare un e-commerce? Analisi voce per voce Quando penso a internazionalizzare il mio e-commerce, una delle prime domande che mi pongo è: quanto mi costerà davvero? Spesso si sottovalutano i costi nascosti o si fa confusione su quali voci includere nel budget. Per questo ho deciso di fare una panoramica dettagliata, voce per voce, per avere chiaro dove vanno a finire i miei investimenti quando porto il mio negozio online fuori dai confini nazionali. 1. Traduzione e localizzazione Non si tratta solo di tradurre testi, ma di adattare descrizioni, immagini, modalità di pagamento e persino il packaging. Un buon servizio di localizzazione può costare da 500 fino a qualche migliaio di euro, a seconda della complessità e delle lingue. 2. Adeguamenti tecnici Il sito deve essere pronto per gestire valute diverse, tasse locali (come l’IVA OSS in Europa), spedizioni internazionali, metodi di pagamento locali. Se uso piattaforme come Shopify o WooCommerce, potrei dover investire in plugin o app specifiche. Qui il costo varia da 200 a 1.000 euro o più. 3. Logistica e spedizioni Spedire all’estero è più costoso e complicato. Devo considerare il costo della spedizione, eventuali dazi doganali, resi e gestione di magazzini locali. Il costo per ordine può aumentare del 20-50% rispetto al mercato domestico. 4. Marketing internazionale Per farmi conoscere in nuovi mercati, devo investire in campagne pubblicitarie localizzate, SEO internazionale, influencer marketing e social media. Un budget minimo consigliato parte da 500-1.000 euro al mese, ma può crescere a seconda degli obiettivi. 5. Supporto clienti e gestione resi Offrire assistenza in lingua locale e gestire resi internazionali richiede personale dedicato o servizi esterni. Questo può significare un costo fisso mensile o una tariffa variabile in base al volume. 6. Consulenze legali e fiscali Affidarmi a professionisti per rispettare le normative fiscali, doganali e legali è fondamentale per evitare sanzioni. I costi possono andare da qualche centinaio a migliaia di euro, a seconda della complessità. In sintesi Internazionalizzare un e-commerce non significa solo aprire un sito in un’altra lingua. È un investimento che può partire da qualche migliaio di euro fino a cifre più consistenti, a seconda della dimensione e della complessità del progetto. Ma, fatto bene, apre la porta a nuovi clienti e fatturati importanti. Se vuoi, posso aiutarti a fare una stima precisa per il tuo business e a pianificare ogni fase in modo sostenibile. 📩 Contattami per una consulenza personalizzata! 🌍 #Internazionalizzazione #EcommerceEstero #PMIitaliane #ExportDigitale #CostiEcommerce #VendereAllEstero #Impresabiz
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  • Localizzazione del prodotto: adattare l’offerta al mercato estero senza snaturarla

    Quando ho deciso di portare il mio prodotto sui mercati esteri, ho capito subito che non bastava tradurre semplicemente le descrizioni o cambiare la valuta. La localizzazione è molto più profonda: significa adattare l’offerta alle esigenze, ai gusti e alle aspettative dei clienti locali, senza però perdere l’identità e i valori del mio brand.

    Perché localizzare il prodotto?
    Ogni mercato ha le sue peculiarità culturali, normative e di consumo. Ciò che funziona in Italia potrebbe non avere lo stesso successo in Germania, in Francia o negli Stati Uniti. Adattare il prodotto significa aumentare le probabilità di successo, migliorare la soddisfazione del cliente e differenziarsi dalla concorrenza locale.

    Come adattare senza snaturare
    Conoscere il mercato
    Prima di tutto, investo tempo nella ricerca. Studio gusti, esigenze, abitudini d’acquisto, ma anche leggi e normative specifiche del Paese. Solo così posso capire cosa va modificato.

    Adattare la comunicazione
    Non si tratta solo di tradurre, ma di localizzare. Uso terminologie, immagini e storytelling che risuonano con la cultura locale. Questo vale per descrizioni prodotto, packaging e campagne marketing.

    Modificare caratteristiche chiave, se necessario
    A volte è utile adeguare il formato, i materiali, o anche la funzionalità del prodotto per rispondere a esigenze specifiche. Per esempio, un prodotto alimentare può richiedere una ricetta diversa o un packaging differente.

    Mantenere il valore distintivo
    La chiave è non snaturare ciò che rende unico il mio prodotto. Cerco sempre di preservare gli elementi che rappresentano il cuore del brand, come la qualità, la storia o la tradizione italiana.

    I vantaggi della localizzazione
    -Migliore accoglienza del prodotto sul mercato
    -Incremento delle vendite e della fidelizzazione
    -Riduzione dei rischi di resi e insoddisfazioni
    -Migliore reputazione e posizionamento del brand

    Il mio consiglio
    Non aver paura di investire nella localizzazione: è una leva strategica fondamentale per crescere all’estero. Parti con test mirati e piccoli adattamenti, valuta i feedback e procedi per gradi. Se vuoi, posso aiutarti a definire una strategia di localizzazione efficace, che rispetti l’essenza del tuo prodotto e lo renda irresistibile anche fuori dall’Italia.

    Contattami per approfondire!

    #LocalizzazioneProdotto #ExportDigitale #EcommerceEstero #Internazionalizzazione #PMIitaliane #Impresabiz

    Localizzazione del prodotto: adattare l’offerta al mercato estero senza snaturarla Quando ho deciso di portare il mio prodotto sui mercati esteri, ho capito subito che non bastava tradurre semplicemente le descrizioni o cambiare la valuta. La localizzazione è molto più profonda: significa adattare l’offerta alle esigenze, ai gusti e alle aspettative dei clienti locali, senza però perdere l’identità e i valori del mio brand. Perché localizzare il prodotto? Ogni mercato ha le sue peculiarità culturali, normative e di consumo. Ciò che funziona in Italia potrebbe non avere lo stesso successo in Germania, in Francia o negli Stati Uniti. Adattare il prodotto significa aumentare le probabilità di successo, migliorare la soddisfazione del cliente e differenziarsi dalla concorrenza locale. Come adattare senza snaturare Conoscere il mercato Prima di tutto, investo tempo nella ricerca. Studio gusti, esigenze, abitudini d’acquisto, ma anche leggi e normative specifiche del Paese. Solo così posso capire cosa va modificato. Adattare la comunicazione Non si tratta solo di tradurre, ma di localizzare. Uso terminologie, immagini e storytelling che risuonano con la cultura locale. Questo vale per descrizioni prodotto, packaging e campagne marketing. Modificare caratteristiche chiave, se necessario A volte è utile adeguare il formato, i materiali, o anche la funzionalità del prodotto per rispondere a esigenze specifiche. Per esempio, un prodotto alimentare può richiedere una ricetta diversa o un packaging differente. Mantenere il valore distintivo La chiave è non snaturare ciò che rende unico il mio prodotto. Cerco sempre di preservare gli elementi che rappresentano il cuore del brand, come la qualità, la storia o la tradizione italiana. I vantaggi della localizzazione -Migliore accoglienza del prodotto sul mercato -Incremento delle vendite e della fidelizzazione -Riduzione dei rischi di resi e insoddisfazioni -Migliore reputazione e posizionamento del brand Il mio consiglio Non aver paura di investire nella localizzazione: è una leva strategica fondamentale per crescere all’estero. Parti con test mirati e piccoli adattamenti, valuta i feedback e procedi per gradi. Se vuoi, posso aiutarti a definire una strategia di localizzazione efficace, che rispetti l’essenza del tuo prodotto e lo renda irresistibile anche fuori dall’Italia. 📩 Contattami per approfondire! 🌍 #LocalizzazioneProdotto #ExportDigitale #EcommerceEstero #Internazionalizzazione #PMIitaliane #Impresabiz
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  • Finanziamenti SIMEST: come accedere alle agevolazioni per l’estero

    Noi di Impresa.biz sappiamo bene quanto l’internazionalizzazione sia una sfida, soprattutto per le PMI. Ma oggi, grazie ai finanziamenti SIMEST, le imprese italiane hanno a disposizione strumenti agevolati per affrontare i mercati esteri con maggiore sicurezza, liquidità e competitività.
    Ecco una guida pratica per capire cosa offre SIMEST, chi può accedere e come prepararsi al meglio.

    Chi è SIMEST e cosa offre?
    SIMEST è la società del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti che sostiene l’internazionalizzazione delle imprese italiane. Lo fa attraverso:
    -finanziamenti agevolati a tasso molto basso (spesso intorno allo 0,5% o meno),
    -contributi a fondo perduto (in alcune misure e periodi),
    -partecipazioni nel capitale per progetti strategici.
    Tutto è rivolto a PMI e Mid Cap italiane con piani concreti di espansione all’estero.

    Le principali linee di finanziamento 2025
    I bandi SIMEST vengono periodicamente aggiornati, ma ci sono sei misure principali su cui puntare nel 2025:

    1. Transizione digitale ed ecologica
    Sostiene investimenti per migliorare la competitività attraverso digitalizzazione, innovazione, sostenibilità ambientale e processi produttivi destinati all’estero.
    Ideale per chi vuole internazionalizzare in modo moderno e green.

    2. Fiere e mostre internazionali
    Copre spese per la partecipazione a fiere all’estero o eventi internazionali in Italia, inclusi costi di viaggio, stand, materiali promozionali.
    Perfetto per chi muove i primi passi nei mercati esteri.

    3. E-commerce
    Supporta la realizzazione di piattaforme proprie o l’accesso a marketplace internazionali (come Amazon, Alibaba, ecc.).
    Strategico per chi vuole vendere online all’estero.

    4. Inserimento in mercati esteri
    Finanzia l’apertura di sedi, uffici commerciali o stabilimenti produttivi in altri Paesi.
    Per chi è pronto a presidiare direttamente un nuovo mercato.

    5. Certificazioni e consulenze
    Agevola l’ottenimento di certificazioni internazionali, marchi, brevetti e l’utilizzo di consulenze specialistiche legate all’internazionalizzazione.

    6. Temporary Export Manager (TEM)
    Sostiene i costi per avvalersi di un export manager temporaneo, esperto nel posizionamento all’estero.

    Chi può accedere?
    Possono accedere ai finanziamenti SIMEST le PMI italiane (in alcuni casi anche Mid Cap), con almeno due bilanci approvati e con una proiezione concreta verso i mercati internazionali. Sono richiesti:
    -un piano chiaro di spesa e obiettivi,
    -documentazione amministrativa completa (visure, bilanci, ecc.),
    -rispetto dei requisiti UE (in tema di aiuti di Stato e sostenibilità).

    Come funziona la procedura
    -Registrazione sul portale SIMEST e creazione dell’identità digitale dell’azienda.
    -Caricamento della domanda online, con piano d’investimento e documentazione richiesta.
    -Valutazione da parte di SIMEST, in genere in 1-3 mesi.
    -Erogazione del finanziamento: in parte anticipata e in parte a rimborso.
    -Rendicontazione finale a conclusione del progetto.
    Le misure SIMEST funzionano a sportello, quindi il tempismo è tutto: prima si presenta la domanda, più si hanno chance di accesso.

    Gli errori da evitare
    Presentare un progetto generico o mal strutturato
    Non dimostrare la reale proiezione internazionale dell’impresa
    Mancanza di documentazione o incongruenze tra budget e piano d’azione
    Attendere l’ultimo minuto per preparare la domanda

    Il nostro consiglio
    Noi di Impresa.biz consigliamo di iniziare subito la preparazione della documentazione, anche se il bando non è ancora aperto. Avere un business plan solido, obiettivi misurabili e un partner esperto nella compilazione delle domande fa davvero la differenza.

    Vuoi sapere se la tua azienda è idonea a una misura SIMEST?
    Contattaci per una verifica gratuita del profilo aziendale e ricevi un check-up su misura per i tuoi progetti all’estero.

    #FinanziamentiSIMEST #Internazionalizzazione #PMIitaliane #Fondo394 #Export2025 #EcommerceEstero #TransizioneDigitale #FiereInternazionali #Impresabiz

    Finanziamenti SIMEST: come accedere alle agevolazioni per l’estero Noi di Impresa.biz sappiamo bene quanto l’internazionalizzazione sia una sfida, soprattutto per le PMI. Ma oggi, grazie ai finanziamenti SIMEST, le imprese italiane hanno a disposizione strumenti agevolati per affrontare i mercati esteri con maggiore sicurezza, liquidità e competitività. Ecco una guida pratica per capire cosa offre SIMEST, chi può accedere e come prepararsi al meglio. 📌 Chi è SIMEST e cosa offre? SIMEST è la società del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti che sostiene l’internazionalizzazione delle imprese italiane. Lo fa attraverso: -finanziamenti agevolati a tasso molto basso (spesso intorno allo 0,5% o meno), -contributi a fondo perduto (in alcune misure e periodi), -partecipazioni nel capitale per progetti strategici. Tutto è rivolto a PMI e Mid Cap italiane con piani concreti di espansione all’estero. ✈️ Le principali linee di finanziamento 2025 I bandi SIMEST vengono periodicamente aggiornati, ma ci sono sei misure principali su cui puntare nel 2025: 1. Transizione digitale ed ecologica Sostiene investimenti per migliorare la competitività attraverso digitalizzazione, innovazione, sostenibilità ambientale e processi produttivi destinati all’estero. 👉 Ideale per chi vuole internazionalizzare in modo moderno e green. 2. Fiere e mostre internazionali Copre spese per la partecipazione a fiere all’estero o eventi internazionali in Italia, inclusi costi di viaggio, stand, materiali promozionali. 👉 Perfetto per chi muove i primi passi nei mercati esteri. 3. E-commerce Supporta la realizzazione di piattaforme proprie o l’accesso a marketplace internazionali (come Amazon, Alibaba, ecc.). 👉 Strategico per chi vuole vendere online all’estero. 4. Inserimento in mercati esteri Finanzia l’apertura di sedi, uffici commerciali o stabilimenti produttivi in altri Paesi. 👉 Per chi è pronto a presidiare direttamente un nuovo mercato. 5. Certificazioni e consulenze Agevola l’ottenimento di certificazioni internazionali, marchi, brevetti e l’utilizzo di consulenze specialistiche legate all’internazionalizzazione. 6. Temporary Export Manager (TEM) Sostiene i costi per avvalersi di un export manager temporaneo, esperto nel posizionamento all’estero. ✅ Chi può accedere? Possono accedere ai finanziamenti SIMEST le PMI italiane (in alcuni casi anche Mid Cap), con almeno due bilanci approvati e con una proiezione concreta verso i mercati internazionali. Sono richiesti: -un piano chiaro di spesa e obiettivi, -documentazione amministrativa completa (visure, bilanci, ecc.), -rispetto dei requisiti UE (in tema di aiuti di Stato e sostenibilità). 🧩 Come funziona la procedura -Registrazione sul portale SIMEST e creazione dell’identità digitale dell’azienda. -Caricamento della domanda online, con piano d’investimento e documentazione richiesta. -Valutazione da parte di SIMEST, in genere in 1-3 mesi. -Erogazione del finanziamento: in parte anticipata e in parte a rimborso. -Rendicontazione finale a conclusione del progetto. 📌 Le misure SIMEST funzionano a sportello, quindi il tempismo è tutto: prima si presenta la domanda, più si hanno chance di accesso. 🛑 Gli errori da evitare ❌ Presentare un progetto generico o mal strutturato ❌ Non dimostrare la reale proiezione internazionale dell’impresa ❌ Mancanza di documentazione o incongruenze tra budget e piano d’azione ❌ Attendere l’ultimo minuto per preparare la domanda 🎯 Il nostro consiglio Noi di Impresa.biz consigliamo di iniziare subito la preparazione della documentazione, anche se il bando non è ancora aperto. Avere un business plan solido, obiettivi misurabili e un partner esperto nella compilazione delle domande fa davvero la differenza. Vuoi sapere se la tua azienda è idonea a una misura SIMEST? 👉 Contattaci per una verifica gratuita del profilo aziendale e ricevi un check-up su misura per i tuoi progetti all’estero. 💬 #FinanziamentiSIMEST #Internazionalizzazione #PMIitaliane #Fondo394 #Export2025 #EcommerceEstero #TransizioneDigitale #FiereInternazionali #Impresabiz
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