Finanziamenti e Incentivi per l’Internazionalizzazione delle PMI Italiane
Uno degli ostacoli principali che abbiamo incontrato quando abbiamo deciso di portare la nostra impresa oltre i confini italiani è stato capire come finanziare l’internazionalizzazione.
Espandersi all’estero richiede investimenti importanti — in marketing, logistica, formazione, consulenze e tecnologia. Fortunatamente, esistono strumenti dedicati alle PMI che vogliono crescere sui mercati internazionali.
In questo articolo vogliamo condividere con voi la nostra esperienza diretta con bandi, contributi e finanziamenti pubblici che possono fare davvero la differenza.
1. SIMEST: il nostro alleato più prezioso
Uno dei primi strumenti che abbiamo utilizzato è stato il supporto di SIMEST, che offre finanziamenti agevolati (e in parte a fondo perduto) per attività legate all’internazionalizzazione, come:
-Partecipazione a fiere internazionali
-Apertura di sedi o negozi all’estero
-Sviluppo di e-commerce per mercati esteri
-Temporary export manager
Il processo non è sempre semplice, ma ne è valsa la pena: ci ha permesso di partire con basi solide.
2. Bandi regionali e Camera di Commercio
Ogni Regione italiana pubblica bandi a sostegno dell’export, spesso con contributi a fondo perduto per spese promozionali, traduzioni, certificazioni, missioni commerciali.
Anche le Camere di Commercio offrono voucher per digitalizzazione e fiere internazionali, strumenti che abbiamo sfruttato in più occasioni per testare nuovi mercati con costi ridotti.
3. Fondi europei: COSME e Horizon Europe
A livello europeo esistono programmi come COSME, destinato alle PMI, e Horizon Europe, più orientato all’innovazione.
Abbiamo valutato anche questi canali, in collaborazione con enti di consulenza, soprattutto per progetti con un alto contenuto tecnologico o strategico.
4. Crediti d’imposta e incentivi fiscali
Oltre ai contributi diretti, abbiamo approfittato di agevolazioni fiscali su spese per digitalizzazione, formazione e investimenti in innovazione utili all’internazionalizzazione.
Consultare un commercialista esperto in bandi ci ha aiutato a non lasciare nulla di intentato.
Il nostro consiglio
Non aspettare di avere budget elevati: ci sono risorse già disponibili per chi vuole crescere all’estero.
Basta sapere dove guardare, muoversi per tempo e — se serve — farsi affiancare da chi conosce bene il settore.
#Internazionalizzazione #FinanziamentiPMI #ExportItalia #ImpresaBiz #BandiPubblici #SIMEST #VoucherInternazionalizzazione #MadeInItaly #PMI #EspansioneEstera #BusinessGlobale
Uno degli ostacoli principali che abbiamo incontrato quando abbiamo deciso di portare la nostra impresa oltre i confini italiani è stato capire come finanziare l’internazionalizzazione.
Espandersi all’estero richiede investimenti importanti — in marketing, logistica, formazione, consulenze e tecnologia. Fortunatamente, esistono strumenti dedicati alle PMI che vogliono crescere sui mercati internazionali.
In questo articolo vogliamo condividere con voi la nostra esperienza diretta con bandi, contributi e finanziamenti pubblici che possono fare davvero la differenza.
1. SIMEST: il nostro alleato più prezioso
Uno dei primi strumenti che abbiamo utilizzato è stato il supporto di SIMEST, che offre finanziamenti agevolati (e in parte a fondo perduto) per attività legate all’internazionalizzazione, come:
-Partecipazione a fiere internazionali
-Apertura di sedi o negozi all’estero
-Sviluppo di e-commerce per mercati esteri
-Temporary export manager
Il processo non è sempre semplice, ma ne è valsa la pena: ci ha permesso di partire con basi solide.
2. Bandi regionali e Camera di Commercio
Ogni Regione italiana pubblica bandi a sostegno dell’export, spesso con contributi a fondo perduto per spese promozionali, traduzioni, certificazioni, missioni commerciali.
Anche le Camere di Commercio offrono voucher per digitalizzazione e fiere internazionali, strumenti che abbiamo sfruttato in più occasioni per testare nuovi mercati con costi ridotti.
3. Fondi europei: COSME e Horizon Europe
A livello europeo esistono programmi come COSME, destinato alle PMI, e Horizon Europe, più orientato all’innovazione.
Abbiamo valutato anche questi canali, in collaborazione con enti di consulenza, soprattutto per progetti con un alto contenuto tecnologico o strategico.
4. Crediti d’imposta e incentivi fiscali
Oltre ai contributi diretti, abbiamo approfittato di agevolazioni fiscali su spese per digitalizzazione, formazione e investimenti in innovazione utili all’internazionalizzazione.
Consultare un commercialista esperto in bandi ci ha aiutato a non lasciare nulla di intentato.
Il nostro consiglio
Non aspettare di avere budget elevati: ci sono risorse già disponibili per chi vuole crescere all’estero.
Basta sapere dove guardare, muoversi per tempo e — se serve — farsi affiancare da chi conosce bene il settore.
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Finanziamenti e Incentivi per l’Internazionalizzazione delle PMI Italiane
Uno degli ostacoli principali che abbiamo incontrato quando abbiamo deciso di portare la nostra impresa oltre i confini italiani è stato capire come finanziare l’internazionalizzazione.
Espandersi all’estero richiede investimenti importanti — in marketing, logistica, formazione, consulenze e tecnologia. Fortunatamente, esistono strumenti dedicati alle PMI che vogliono crescere sui mercati internazionali.
In questo articolo vogliamo condividere con voi la nostra esperienza diretta con bandi, contributi e finanziamenti pubblici che possono fare davvero la differenza.
1. SIMEST: il nostro alleato più prezioso
Uno dei primi strumenti che abbiamo utilizzato è stato il supporto di SIMEST, che offre finanziamenti agevolati (e in parte a fondo perduto) per attività legate all’internazionalizzazione, come:
-Partecipazione a fiere internazionali
-Apertura di sedi o negozi all’estero
-Sviluppo di e-commerce per mercati esteri
-Temporary export manager
Il processo non è sempre semplice, ma ne è valsa la pena: ci ha permesso di partire con basi solide.
2. Bandi regionali e Camera di Commercio
Ogni Regione italiana pubblica bandi a sostegno dell’export, spesso con contributi a fondo perduto per spese promozionali, traduzioni, certificazioni, missioni commerciali.
Anche le Camere di Commercio offrono voucher per digitalizzazione e fiere internazionali, strumenti che abbiamo sfruttato in più occasioni per testare nuovi mercati con costi ridotti.
3. Fondi europei: COSME e Horizon Europe
A livello europeo esistono programmi come COSME, destinato alle PMI, e Horizon Europe, più orientato all’innovazione.
Abbiamo valutato anche questi canali, in collaborazione con enti di consulenza, soprattutto per progetti con un alto contenuto tecnologico o strategico.
4. Crediti d’imposta e incentivi fiscali
Oltre ai contributi diretti, abbiamo approfittato di agevolazioni fiscali su spese per digitalizzazione, formazione e investimenti in innovazione utili all’internazionalizzazione.
Consultare un commercialista esperto in bandi ci ha aiutato a non lasciare nulla di intentato.
Il nostro consiglio
Non aspettare di avere budget elevati: ci sono risorse già disponibili per chi vuole crescere all’estero.
Basta sapere dove guardare, muoversi per tempo e — se serve — farsi affiancare da chi conosce bene il settore.
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